Siamo comunque ancora lontani dai numeri importanti precrisi del 2014.

Le nostre principali esportazioni nei primi otto mesi del 2018 riguardano i seguenti settori

Articoli di abbigliamento, 10,7% del totale export

Altre macchine di impiego generale 9.4% del totale export

Altre macchine per impieghi speciali 7.4 del totale export

Macchine di impiego generale 6.0% del totale export

Mobili 4.9% del totale export

Calzature 4.7% del totale export

Stando alle rilevazioni raccolte nei primi undici mesi dell’anno, la Russia rappresenta oggi il 13esimo mercato di destinazione delle esportazioni italiane.

Oltre alle due città più celebri che sono le più popolose (Mosca: oltre 12 milioni; San Pietroburgo: oltre 5 milioni) abbiamo:

– Novosibirsk, Ekaterinburg, Nižnij Novgorod, Kazan’, Čeljabinsk, Omsk, Samara e Rostov sul Don – tutte con una popolazione superiore al milione di abitanti.

Il PIL pro capite 27,900 dollari è molto mal distribuito se si pensa che la diseguaglianza nel Paese, secondo l’indice Gini, è superiore a Paesi come Madagascar, Mali, Uganda e Venezuela.

Esistono dunque delle sacche di ricchezza molto importanti sul territorio russo cui le aziende italiane devono puntare perché i consumatori russi nutrono una forte attrazione verso i prodotti provenienti dal nostro paese.

Come scritto sopra oltre ai settori tradizionalmente importanti per le nostre esportazioni, abbigliamento, agroalimentare calzature una particolare attenzione va posta all’export di beni strumentali in particolare meccanica ed a quelle attive nel food processing, lavorazione del legno, petrolchimico e produzione di articoli in plastica e gomma, apparecchiature elettroniche nel settore medicale ed ospedaliero.